Uno dei valori più importanti per chi fa impresa è il tempo. Ogni impresa nasce da un’idea, l’imprenditore deve avere visione, progettualità, perfino creatività e soprattutto la serenità e il tempo per darne libero sfogo. Oggi il nostro sistema economico produttivo è indiscutibilmente schiacciato dal peso della burocrazia. In nostri imprenditori vedono sempre più aumentare la distanza tra propria idea imprenditoriale e la sua effettiva possibilità realizzativa. La classifica della Banca Mondiale sulle procedure burocratiche e amministrative connesse all’attività di impresa vede l’Italia tra gli ultimi dei  paesi OCSE . Secondo il report risulta, infatti, più facile fare impresa in Botswana, in Ruanda, in Armenia e perfino nelle isole di Tonga che in Italia. La burocrazia non solo costa cara ma uccide lo spirito d’impresa e inoltre, per dirla tutta, il più delle volte finisce per tutelare le aziende che speculano scaricando i maggiori costi sui consumatori finali. I dati parlano chiaro: in Italia ci vogliono 234 giorni per ottenere un permesso di costruzione contro la media europea in cui ce ne vogliono meno di 100. Presentare una semplice dichiarazione dei redditi richiede nel nostro paese circa 250 ore rispetto alle 50  necessarie nella maggior parte dei paesi europei.  Il costo complessivo  degli adempimenti amministrativi per le imprese italiane supera i 27 miliardi l’anno, avviare una nuova impresa, nel nostro paese, costa in media 2.100 euro contro la media europea di 370 euro. Come se ciò non bastasse la nostra burocrazia statale ha introdotto 629 nuove norme fiscali negli ultimi sei anni. Appare emblematicamente chiaro come ci sia un pesante sbilanciamento nel rapporto Stato e impresa, fatto che spesso frena a monte proprio la pura voglia di avviare un’attività imprenditoriale. Mentre il potenziale imprenditore parte già psicologicamente scoraggiato nel vedere la propria idea trasformarsi in realtà produttiva, chi già fa impresa e schiacciato da un infinita foresta giuridica e regolamentare di adempimenti a cui dovere ottemperare. La vera riforma, auspicabile, sul sistema burocratico italiano è quella di passare dal sistema delle autorizzazioni a quello dei controlli. Dare poche e semplici regole, procedure snelle e chiare, aumentando i controlli per chi le elude. Non si può pensare, se pur in alcuni casi necessari, che il nostro sistema imprenditoriale possa vivere, crescere ed espandersi soprattutto al sud, solo tramite incentivi economici e sussidi. L’impresa deve essere messa nelle condizioni di “viaggiare veloce” di essere competitiva soprattutto nei mercati internazionali, in cui non può  soltanto provare a reggere l’estenuante lotta dei prezzi al ribasso, ma va resa competitiva a 360° con un sistema burocratico che non la schiacci ma l’assista e l’accompagni nella propria crescita.

Salvatore Tomaselli

Università degli Studi di Palermo

L’articolo di Salvatore Tomaselli. La Burocrazia, il vero freno per l’impresa proviene da 94014.it – Sicilia Magazine.